Sospensione pubblicazioni

Lettera aperta del direttore Dina Rinaldi - 1962

Dal Pioniere n° 19 del 20 maggio 1962 

Da questa settimana il “Pioniere” sospende le pubblicazioni

CARI LETTORI E AMICI

Con questo numero, in data 20 maggio 1962, il nostro “Pioniere” sospende le pubblicazioni.
Siamo consapevoli di quanto questa notizia vi addolorerà (come addolora noi nel comunicarvela), soprattutto perché essa viene a togliervi, inaspettatamente, ciò che da anni eravate abituati a considerare come cosa vostra, che vi appartiene, e che pensavate di lasciare fra alcuni anni, solo quando vi sareste fatti adulti.
La sospensione del “Pioniere” ha, naturalmente una sua causa precisa: la diffusione. Non è più possibile, infatti, diffondere oggi il nostro giornale solamente attraverso l’attività dei diffusori e la raccolta degli abbonamenti. I diffusori, che per tanti anni e con molto sacrificio, hanno portato il “Pioniere” nelle vostre case propongono, e giustamente, di diffonderlo nelle edicole, proprio perché esso possa essere acquistato e letto da molti più ragazzi.
Questa intenzione avrebbe potuto benissimo realizzarsi se non ci trovassimo alla vigilia delle vacanze. Durante i mesi estivi, infatti la diffusione dei giornali per ragazzi diminuisce sempre. Inoltre, il “lancio” di un giornale nelle edicole deve essere accompagnato da una campagna pubblicitaria. Il “Pioniere” dovrebbe poi arricchirsi di altre pagine e,  di conseguenza, aumentare il suo prezzo di vendita. E poiché, per ragioni tecniche, non è possibile realizzare tutto questo in poche settimane, siamo costretti a rimandare nel tempo la nostra iniziativa.

Un giornale diverso dagli altri

Sappiamo che cosa significhi “sospendere” le pubblicazioni di un giornale come il nostro: il solo in Italia, che abbia fatto conoscere ai suoi lettori gli ideali antifascisti e dei lavoratori; il solo che abbia chiamato i ragazzi ad essere partecipi della storia che essi, giorno per giorno,  vivono con i loro genitori, con gli uomini che conducano lotte aspre e generose nel nome della libertà e della giustizia umana. Siamo anche consapevoli di aver fatto, nei 12 anni di vita del  “Pioniere”, quanto era nelle nostre possibilità per dare ai ragazzi italiani un giornale democratico, moderno, diverso da tutti gli altri.
A questo proposito, qualcuno ha detto: “Bisogna fare un bilancio” del “Pioniere”. Presentare, cioè, su questo ultimo numero, le più importanti iniziative che il giornale ha preso nei suoi 12 anni di vita”. Va bene, si può fare. Anche perché il nostro è un “bilancio” ricco di esperienza e, come tale, rappresenta un patrimonio che non andrà perduto e varrà anche nel futuro.
Vogliamo allora ripercorrere alcune tappe più significative compiute insieme, in tutti questi anni.

Le “tappe” del Pioniere

Quando, nel 1951, le acque dl Po invasero le terre del Polesine, sorsero le “staffette della solidarietà”, che raccolsero soldi e indumenti per gli alluvionati. Da quella prima gara di solidarietà, che accumunò ragazzi di varie città, le iniziative di solidarietà si ripeterono nei modi e nelle forme più diverse. Nel 1953 e 54, quando in Italia i lavoratori delle grandi fabbriche scesero in sciopero, i nostri lettori e l’API organizzarono raccolte di viveri in favore degli operai della San Giorgio di Genova, della Breda di Milano, dei cantieri di Marghera. Poi, i  pionieri del Nord aprirono una campagna di sottoscrizione in favore dei pionieri del Sud e fu anche grazie a questo se a Napoli, Bari, Taranto, Foggia, Salerno e Palermo sorsero nuovi reparti di pionieri. Nel 1957, diecimila ragazzi italiani inviarono le loro “cartoline d’amicizia” a James e David, i due ragazzi negri d’ America, puniti perché avevano giocato con una bambina bianca; cosi, come l’espressero agli eroici coniugi americani Rosenberg, ingiustamente condannati alla sedia elettrica. E, ancora, dal 1960, i nostri lettori hanno ininterrottamente espresso la loro solidarietà ai ragazzi e ai patrioti algerini.
A queste tappe, altre se ne aggiunsero: i nostri Concorsi su temi dedicati alla pace, al lavoro, alla scienza, le manifestazioni in onore del Primo e Secondo Risorgimento; i tornei sportivi; le feste di fine anno del “ ritorno a scuola” ; la creazione di giornaletti scolatici e di circolo, la creazione delle “staffette del Pioniere” che dettero, sempre, un grande e prezioso contributo alla diffusione del nostro giornale fra i loro amici e compagni di scuola.
Si può ben dire, dunque, che in ogni mese di questi 12 anni, i nostri lettori hanno sempre partecipato con passione e intelligenza a decine e decine di iniziative collegate alle lotte e alle conquiste dei lavoratori. Da tutto ciò i nostri lettori hanno tratto grandi insegnamenti morali ed hanno compreso come nella vita bisogna essere uniti e fratelli per combattere contro le ingiustizie, l’ignoranza e la guerra.

Un patrimonio che non andrà perduto

Ed ora che abbiamo insieme ripercorso le tappe più importanti di questi anni, c’è ancora una cosa da dire ed è, forse, la più importante. Chi mai potrà infatti raccontare quel che ha significato per tutti noi, il “Pioniere”? Per voi: pagine e pagine che vi hanno aiutati nella scoperta delle cose e della vita. Dalle prime storie di “Cipollino” e le moderne di Gianni Rodari ai romanzi di London e Verne; dall’insuperabile “Chiodino” di Marcello Argilli e Vinicio Berti alle famose avventure del “Gabbiano Rosso”; dalle pagine dedicate alla Storia d’Italia e partigiana di Gilio Travisani e Fausto Vighi, dalle prime rubriche dedicate agli scolari alla “ Enciclopedia del ragazzo moderno”; dagli inserti scientifici di Dino Platone ai racconti degli scrittori italiani come nelle rubriche curate da Ada Marchesini Godetti, Leone  Sbrana e Paolo Bracaglia sempre, il “Pioniere”, vi ha parlato il linguaggio della ricerca storica e scientifica; sempre il “Pioniere”, ha voluto suscitare in voi amore per lo studio, per ideali progressivi,  per una scienza capace di liberare l’uomo dalle fatiche del lavoro e dalla soggezione morale. Il “Pioniere”, insomma, ho sempre voluto accostarvi, anche attraverso i suoi “fumetti”, a ideali e sentimenti quali la scuola e la società d’oggi ignorano. E ciò facendo, sapeva di aiutarvi ad avere una visione nuova della vita e dei rapporti fra gli uomini, una diversa consapevolezza del valore che ogni conquista umana porta con sé.
Per noi, della redazione, il “Pioniere” ha significato il mezzo attraverso il quale potevano raggiungervi, parlarvi. Esso ha anche significato ore e ore di lavoro, ore sommate in tanti anni, ore trascorse nelle scrivere, nel pensare, nel realizzare un giornale per voi. Per tutti i nostri collaboratori: ore trascorse a scrivere, e disegnare pagine, a “inventare” personaggi con la certezza di dare a voi qualcosa di bello, di buono e di gusto. Per i vostri genitori: una guida nella loro opera di educatori. Per i lavoratori: un giornale che rappresentava la divulgazione degli ideali che essi vogliono trasmettere ai loro figli, alle nuove generazioni.

Diciamo a tutti “arrivederci”

La sospensione del “Pioniere” insegna a voi che nella vita si è a volte costretti a rinunciare a ciò che più amiamo, a ciò che rappresenta una parte dei nostri sogni e desideri.
Agli adulti, soprattutto ai genitori, la sospensione del “Pioniere” insegna che le conquiste ottenute con tanta fatica vanno difese con altrettanto coraggio e consapevolezza.  Il “Pioniere”, nato pochi anni dopo la Lotta di Liberazione Nazionale rappresentava, con l’Associazione Pionieri, una grande conquista. Ma genitori ed educatori, pur apprezzandola, non l’hanno pienamente difesa e arricchita di nuovi slanci e coscienti aiuti.
Ciò significa che dobbiamo rinunciare ad ogni cosa? No di certo. Noi già ci prepariamo a cose nuove, ad iniziative migliori e più importanti di quelle fatte sino ad oggi e, nello stesso tempo, continuiamo la pubblicazione della nostra rivista “ Perché i giovani sappiano”. Essa rappresenta il ponte fra il vecchio “Pioniere” e il nuovo che nascerà; essa ci permette di continuare il nostro dialogo, di sentirci uniti e vicini.
Sospendendo il”Pioniere” da questa settimana, non sospendiamo, dunque, la nostra amicizia. Ed è con la certezza che potremo presto rincontrarci con un altro, nuovo giornale, che vi trasmetto il saluto affettuoso di tutti i redattori, collaboratori, diffusori e amici del “Pioniere”. Da parte mia, vi mando un breve, impegnativo messaggio: “arrivederci”.

Vostra Dina Rinaldi