Biografia di Dina Rinaldi

Dina Rinaldi

Scheda Dina Rinaldi di Alfredo Pasquali

Nata a Milano l'11 gennaio 1921,fin da ragazza si iscrisse al Partito Comunista e divenne convinta partigiana nella resistenza al nazifascismo. Dopo laresistenza sposò Pietro Antonio Zveteremich, studioso della letteratura russa e protagonista della pubblicazione del dottor Zivagio, consegnando alla Feltrinelli il manoscritto di Pasternak. Dina e suo marito vissero quindi in un mondo di intellettualità libera nel giro di Elio Vittorini e di tanti altri giovani leoni del pensiero socialista in Italia. Nel 1950, assieme a Gianni Rodari e Carlo Pagliarini, progettò un intervento per i giovani proletari del dopoguerra basato su due gambe: un’ associazione territoriale di formazione per ragazzi (L’Associazione Pionieri d’Italia) e un rotocalco con fumetti chiamato il Pioniere. Diana Rinaldi condivise la direzione di questo foglio settimanale per tre anni. Poi, quando Gianni Rodari venne chiamato a dirigere Avanguardia, un’altra pubblicazione del PCI, rimase a condurre da sola il Pioniere, dimostrando grande capacità creativa ed organizzativa. Infatti Dina fu una grande direttrice, motore instancabile di iniziative di grandissimo rilievo. In particolare all’interno del Pioniere Dina Rinaldi teneva una rubrica giornaliera -L’Angolo di Dina- in cui rispondeva alle lettere delle piccole lettrici o dei loro coetanei maschietti. Altro che asettiche indagini sul territorio fatte di inanimate statistiche, quelle missive erano direttamente la voce di un paese silente, un’Itala perdente a cui non venivano data né identità né tantomeno diritti. Certamente le lettere ai direttori sui giornali non erano una novità nella editoria italiana per dare voce ai lettori, ma riconoscere questa voce ai bambini poveri era davvero una grande nuova eresia rivoluzionaria. La Rinaldi riunì tutte queste lettere nel -Vallone del Purgatorio-, una vera antologia della povertà minorile del nostro paese. Lo stesso titolo, come spiega Carlo Levi nella sua introduzione al libro, rimanda ad una mega discarica del napoletano che diventò tristemente celebre quando una frana di rifiuti sommerse un ragazzino che lì lavorava per raccogliere l’immondizia per poi rivenderla.

Ma, dall’altro capo della filiera sociale, amava le sperimentazioni più audaci con le migliori firme della nostra letteratura. Nel 1960 chiamò a raccolta il gotha letterario del tempo con autori del calibro di Pasolini, Alvaro, Moravia, Sciascia, Viganò ed altri, chiedendo loro di scrivere per ragazzi. Una pura follia: era possibile immaginare ad esempio la letteratura di Alberto Moravia così complessa a dimensione di narrazione per fanciulli? O il Pasolini dei Ragazzi di strada cimentarsi in innocenti racconti per bambini? Dina Rinaldi ci riuscì: ottenne da tutti quei grandi l’impegno richiesto e riunì, assieme a Leone Sbrana, quegli scritti in un volume straordinario

-Racconti Nuovi-, un’antologia di grandi autori che ebbe anche un notevole successo, tanto che poi Dina ipotizzò di ripetere l’esperimento a livello internazionale. Purtroppo un progetto questo che, ahimè, non riuscì a portare a termine.

La chiusura del Pioniere all’inizio degli anni ’70 fu un duro colpo per Dina Rinaldi, la certezza di aver perduto una grande occasione pedagogica, politica e sociale di interlocuzione con le giovani generazioni figlie del popolo.

Ma la sua attività giornalistica non si limitò al Pioniere; in particolare negli anni ’60 la Rinaldi fu capo servizio deL’Unità e direttore della pagina dedicata al turismo e alle vacanze, svolgendo poi attività politica nell’ambito delle cooperative turistiche. Morì a Roma il 21 novembre 1997

Libri dina rinaldi

Bibliografia degli scritti pubblicati di Dina Rinaldi

Biografia di Gianni Rodari

100 GIANNI RODARI header

 

Centenario della nascita di

Gianni Rodari

(20 ottobre 1920 – 14 aprile 1980)

 

Gianni Rodari compressed

 

Scrittore, giornalista, partigiano,

intellettuale di sinistra

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gianni rodari1 

FOCUS SU GIANNI RODARI

GLI ANNI DEL PIONIERE

(1950 – 1962)

 
A CURA DI GIORGIO DIAMANTI    

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Introduzione:
Nel 1950 Gianni Rodari – che lavorava nella redazione milanese de l’Unità - viene chiamato a Roma da Giancarlo Pajetta per fondare e dirigere il Pioniere, il Settimanale di tutti i ragazzi d’Italia”, legato all’Associazione Pioniere d’Italia (API) ; alla base il crescente interesse e un progetto ben delineato del PCI per l’educazione delle giovani generazioni. 
Parallelamente - su questa stessa linea – Rodari continuerà a collaborare con la redazione romana de l’Unità, con articoli certo, ma in particolare curando diverse rubriche per i bambinifino a maggio del 1958. E non è tutto: in questo stesso periodo troviamo la sua firma sia in fondo ad articoli, ma più frequentemente nelle pagine dedicate ai bambini di Noi Donne e di Vie Nuove . Una scelta coerente che andrà consolidandosi negli anni. Questa doppia sfaccettatura che caratterizza la personalità di Rodari, “giornalista” e “poeta-narratore”, in continua osmosi tra le due, un connubio sintetizzato efficacemente da Carmine De Luca che ha definito Rodari «un giornalista con il gusto di raccontare». 
Pur continuando a collaborare intensamente, nel 1953 Rodari lascerà la direzione del Pioniere per assumere quella di Avanguardia , organo ufficiale della Federazione Giovanile Comunista, da lui stesso fondato. Per un pubblico diverso e con finalità specificamente politiche.
Tra il 1958 e 1960 Rodari cura, ancora sul Pioniere, una rubrica di tipo giornalistico per i suoi giovani lettori, originale e assolutamente nuova per il suo genere, L’Angolo di Gianni Rodari . Con un linguaggio semplice ed immediato, quasi narrativo, Rodari pone di fronte ai suoi giovani lettori problemi che investono l'umanità intera, al fine di stimolarne la riflessione e l'impegno. Ricorre spesso il tema della guerra, della folle corsa agli armamenti (siamo ancora in pieno periodo di guerra fredda); costante è l'invito ad amarsi, a riconoscersi come fratelli, a costruire insieme un avvenire di pace nella solidarietà. È il solo modo per "mettere un po' di ordine in questo nostro mondo", per risolvere i gravi problemi che ancora affliggono l'umanità: la fame, lo sfruttamento dei paesi ricchi nei confronti del Terzo Mondo, l'analfabetismo, eccetera.
È con questa rubrica che Rodari si congeda da Pioniere. Nel 1958 avviene il passaggio da l’Unità al Paese Sera. Si chiude una stagione quella degli anni ‘50, caratterizzata da un impegno quasi esclusivamente nell’ambito della sinistra. 
Con le edizioni Einaudi, Rodari fa l’ingresso nella grande editoria ed è “scoperto” dal grande pubblico: è del 1960 la prima edizione di Filastrocche in cielo e in terra, a seguire Favole al telefono e Il pianeta degli alberi di Natale nel 1962, Il libro degli errori è del 1964 e così di seguito. 
Ed è subito, a partire dal 1959, che riprende anche il dialogo diretto con il mondo dell’infanzia dalle pagine del mensile La Via Migliore su invito dell’Acri (Associazione delle Casse di Risparmio d’Italia); un invito che accetterà volentieri perché gli dava la possibilità di accedere al mondo della scuola. 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------A  questa collaborazione si aggiungerà quella al Corriere di Piccoli a partire dal 1961: una collaborazione intensissima in entrambi i periodici fino al 1976. Sarà in particolare l’enorme produzione fantastica (sia in prosa che in versi) pubblicata sul Corriere dei piccoli che servirà a Rodari come “laboratorio” per dar vita a molte delle sue opere più significative degli anni ‘60 e ‘70.  

(Nota: alle due presentazioni che seguono vi si accede dall’introduzione generale cliccando su
-Rubriche per bambini/e - Pioniere)

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LE RUBRICHE SU L’UNITA’ DEDICATE AI BAMBINI

Da Scritti di Gianni Rodari su quotidiani e periodici
Giorgio Diamanti, Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto
 
"Ho cominciato a scrivere per bambini nel 1949, a Milano. – scrive Rodari nell'articolo autobiografico "Storia delle mie storie" , pubblicato sul "Pioniere dell'Unità" - Avevo già ventotto anni e lavoravo nella redazione dell'Unità. Redattore capo era Fidia Gam¬betti e fu lui ad invitarmi a scrivere qualche pezzo allegro, divertente, per il giornale della domenica. Doveva essere una specie di angolo umoris-tico. Io feci le mie prove e il risultato, lì per lì, mi parve sconsolante: le mie storielle parevano piuttosto adatte ai bambini che agli adulti: o forse erano quel tipo di storie che gli adulti leggono e ci si divertono, ma per non confessare che le hanno lette volentieri, dicono: "Ma queste sono storie da bambini!" Gambetti e Ulisse (Davide Lajolo che era il direttore dell'Unità milanese) decisero che la domenica il giornale avrebbe pubblicato un angolo per i bambini, curato da me. In quell'angolo pubblicai le prime filastrocche, fatte un po' per ischerzo. Le filastrocche piacquero. Cominciarono a scrivermi mamme e bambini per chiedermene delle altre: "Fanne una per il mio papà che è tranviere", "Fanne una per il mio bambino che abita in uno scantinato". 
Io facevo queste filastrocche e firmavo "Lino Picco". E per un paio d'anni andai avanti così, senza pensarci troppo. Però quel lavoro mi piaceva sempre di più. Tra l'altro, con la scusa che erano "cose per bambini", potevo farle come mi piacevano, potevo dire quel che avevo in mente nella maniera che più mi piaceva, potevo giocare con la fantasia"(…)
(dal il Pioniere dell’Unità, 4 marzo 1965) 
 
Sarà quindi il successo di questa prima rubrica che lo spingerà a continuare nella stessa direzione con sempre maggiore determinazione e soddisfazione. 
Interessante è anche un altro articolo pubblicato su "l'Unità" di Roma dal titolo "Com'è nato il Novellino" dove Rodari ci presenta un quadro generale dei vari "angoli per bambini" pubblicati nelle diverse edizioni de "l'Unità" e ne sottolinea il valore educativo.  Un'attenzione particolare rivolge poi alla rubrica da lui stesso curata a Roma, "Il Novellino del giovedì". 
(...) "Si pubblicano ormai rubriche per i bambini su tutte e quattro le edizioni dell'Unità. Esse si chiamano: "Il novellino del giovedì" ,  a Roma e nell'Italia Centromeridionale; il "Muretto dei bambini" a Genova; "Il Cantuccio dei bambini" , nelle edizioni di Torino e di Milano per il resto dell'Italia Settentrionale. Ogni settimana sono centinaia di migliaia di bambini e ragazzi che sfogliano il giornale con un interesse preciso e personale. 
La cosa è cominciata circa tre anni fa a Milano, quando sulla quarta pagina domenicale di quell'edizione, che era allora una pagina di varietà, nacque quasi per caso una rubrica intitolata "La domenica dei ragazzi (o dei piccoli)" , con raccontini poesie e indovinelli, che poi cedette il posto ad una striscia di avventure a fumetti ed ha quest'anno ripreso in parte la vecchia formula. Fin dai primi numeri il successo della rubrica si manifestò nella quantità notevolissima di posta recapitata al suo redattore. I piccoli lettori rispondevano ai concorsi, risolvevano indovinelli e problemi, ma già prendevano l'iniziativa: davano notizie di sé, suggerivano temi per i raccontini e le poesie, avanzavano proposte e richieste. 
Fu l'Unità di Genova a realizzare per prima le possibilità offerte da una rubrica del genere. Fin dal titolo, "Il muretto dei bambini" ebbe un'impostazione nuova. I bambini scrivono sui muri? Ebbene, eccovi il vostro "muretto", scriveteci sopra quel che volete. I corrispondenti, chiamati "murettisti", furono ben presto centinaia, poi superarono il migliaio. Si tennero convegni e raduni di "murettisti". I corrispondenti più assidui ricevettero una speciale carta intestata per servirsene nella loro attività settimanale. 
Sulla base di queste esperienze precedenti sorsero poi rubriche analoghe sull'edizione torinese e su quella romana dell'Unità. Su quest'ultima, "Il Novellino del giovedì" ha trovato la sua sede naturale nella pagina della donna, di cui è ogni giovedì un supplemento interessante. 
Il successo del "Novellino" si può definire senza esagerazione grandioso. Ai suoi concorsi partecipano settimanalmente centinaia di ragazzi, con lettere, temi, disegni. I piccoli corrispondenti sono disseminati in tutte le regioni del centrosud e sono particolarmente numerosi in Toscana, a Roma e in Sardegna, ma ve ne sono di costanti ed affezionati a Napoli come a Bari, in Sicilia come nelle Marche. I ragazzi si accontentano raramente del minimo di parole richiesto per la loro partecipazione ai concorsi: parlano di sé, dei loro paesi, dei loro studi, discutono sulla denominazione da dare ad una "associazione" di corrispondenti del "Novellino". Qualche volta essi scrivono a gruppi, o riuniscono molte lettere in una sola busta, in parte per una evidente necessità di fare economia di francobolli, in parte anche per la capacità della rubrica di suscitare una certa attività collettiva. 
L'entusiasmo con cui i ragazzi accolgono iniziative del genere delle rubriche settimanali sull'Unità è comprensibile: essi si sentono importanti, si sentono parte di qualcosa di grande. La semplice cartolina postale su cui scrivono la soluzione di un indovinello li mette in contatto con un quotidiano, è un elemento di legame diretto fra loro e il mondo dei grandi: fra Bacu Abis e Roma per il piccolo sardo. E questo contatto si verifica nella sostanza, attorno a qualcosa di divertente, come un indovinello, ma anche a qualcosa che contribuisce ad educare i loro sentimenti, attorno a pochi centimetri di carta stampata che parla di pace, di patria, di lavoro." (...) 
(Da Com’è nato il Novellino, l’Unità di Roma, 4 settembre 1952) 
 
Nell’elenco mancano altre due rubriche curate esclusivamente dallo stesso Rodari e firmate con il suo nome, in quanto successive al Novellino del giovedì: Il libro dei perché , e La posta dei perché .  
 
LA DOMENICA DEI PICCOLI
Rubrica domenicale dedicata ai bambini pubblicata su "l'Unità" di Milano (UM) e firmata con lo pseudonimo di Lino Picco. La prima puntata è del 13.3.49, l'ultima, del 5.2.50, per un totale di 41 puntate. Nella rubrica vi compaiono, non regolarmente, storie, filastrocche, concorsi e giochi a premi, corrispondenze con i lettori, vignette in sequenza con le avventure di Lino Picco o del pittore Scarabocchio, a volte accompagnate da strofette come didascalia. 
 
IL CANTUCCIO DEI BAMBINI 
La rubrica, pubblicata su l'Unità di Milano, fa seguito a quella curata da Rodari, "La domenica dei piccoli". Continua ancora ad essere firmata con lo pseudonimo di Lino Picco, ma dietro la firma non c'è più Rodari. Compaiono all'interno varie firme di personaggi fittizi ai quali viene dato il compito di occuparsi di un angolo particolare della rubrica. All'interno vengono riportate varie filastrocche di Rodari, in connubio con l’altra rubrica curata dallo stesso scrittore sull’edizione romana de l’Unità, il Novellino del giovedì.
 
Il NOVELLINO DEL GIOVEDI’ 
La Rubrica viene pubblicata nell'edizione romana de "l'Unità", inserita nella pagina della donna del giovedì.La prima puntata è del 13 marzo del 1952, l'ultima del 4 agosto 1955. 
Rodari porterà avanti la rubrica fino alla fine del 1953. Passerà poi la mano a "Zio Stan", pseudonimo di Stelio Tanzini. Si presume che abbia ripreso la guida della rubrica al n. 90 per condurla fino all’ultima puntata. 
Il Novellino è, tra le varie rubriche, quella più articolata e quella che subisce più variazioni nel corso del tempo; ciò si spiega anche per la sua durata piuttosto lunga. 
Numerosi gli pseudonimi presenti nella rubrica: Calepino, Giampiccolo, Esopino, Cipollino, il Fachiro, il Novellino, Franco e Tina, l’angolo del corrispondente… ad ognuno di questi personaggi è assegnato una sezione della rubrica stessa.
 
IL LIBRO DEI PERCHÈ 
La rubrica viene pubblicata inizialmente su "l'Unità", sia di Milano che di Roma. Dal 25 ottobre 1956 s'interrompe nell'edizione romana, mentre continua fino al 10 gennaio 1957 in quella milanese. La rubrica è inserita nella pagina della donna del giovedì, firmata ogni volta da Gianni Rodari. 
La prima puntata è del 18 agosto 1955, l'ultima del 10 gennaio 1957. 
Rodari risponde ai "perché" posti dai lettori, a volte in prosa, a volte in versi. 
 
LA POSTA DEI PERCHÈ
La rubrica viene pubblicata nell'edizione romana de "l'Unità" e, come la precedente Il libro dei perché, è inserita nella pagina della donna del giovedì e firmata sempre Gianni Rodari.Rodari risponde ai quesiti posti dai lettori in prosa, poi ogni volta prende lo spunto per scrivere una filastrocca.
La prima puntata è del 9 maggio 1957, l'ultima in assoluto, è del 6 maggio 1958 che pone fine un’esperienza unica di dialogo con i suoi giovani lettori, durata quasi dieci anni attraverso le pagine de l’Unità di Milano successivamente di Roma. 
 
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PIONIERE

Da Scritti di Gianni Rodari su quotidiani e periodici, 
Giorgio Diamanti, Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto
 
L'impostazione del "Pioniere" si deve in massima parte a Rodari. – scrive Marcello Argilli - È un lavoro che, soprattutto all'inizio, fa veramente da pioniere solitario. Si trova in sostanza ad impostare e inventare temi, personaggi, linguaggio, rapporto tra il giornale e l'Api: dà così vita al primo settimanale italiano che parla ai ragazzi degli ideali della pace, della solidarietà tra ragazzi di ogni paese e condizione sociale, dell'eguaglianza tra le razze.(…) 
Al "Pioniere" Rodari dà non solo un apporto di ideazione, per il quale non va dimenticato il contributo della condirettrice Dina Rinaldi: per lui è il laboratorio nel quale sperimenta vari modi di scrittura sui temi più disparati. Notiamo, per inciso, che la sua chiarezza espressiva e la sua comunicabilità con i bambini si affinano e si accentuano ora che scrive per un giornale diretto esclusivamente all'infanzia.
Un interessante modo di rivolgersi ai bambini sono le rubriche di corrispondenza che tiene sul giornale: "La posta di Candido" e poi "L'ufficio postale". 
A volte, ai lettori che gli pongono dei quesiti, invece che in prosa, risponde con una filastrocca, spesso scritta di getto, in pochi minuti, con l'impaginatore impaziente di sfilargli il foglio dalla macchina da scrivere perché in tipografia attendono il materiale da comporre.
Lo spoglio delle annate del "Pioniere" (1950 - 62) è importante non solo perché vi si ritrova una grande massa di filastrocche e scritti di Rodari in gran parte non raccolti in volume, ma anche la genesi di diverse opere pubblicate successivamente. 
Già sul primo numero del giornale Rodari crea "Cipollino", disegnato da Raul Verdini, che diventerà poi il protagonista del suo romanzo più famoso e tradotto all'estero. Sebbene presentato in una forma grafica tradizionale (una serie di quadretti disegnati, con didascalie di quattro ottonari), il mondo tutto frutta e verdura di Cipollino, dei suoi amici e antagonisti, è un'invenzione originalissima. 
Marcello Argilli
da "Leggere Rodari", 1981, p. 28-29 e 32 
 
La rubrica viene curata da Rodari dal primo numero del "Pioniere" (3 settembre 1950) fino al n.8/1952. Ha una struttura semplice: in genere una sola colonna in seconda pagina, dove molto spesso lo scrittore si limita a segnalare lettere ricevute, oppure a rispondere alle domande che gli vengono indirizzate. 
Altre volte tralascia la corrispondenza per soffermarsi sulle attività che caratterizzano la vita associativa dei Pionieri: informa, consiglia, incoraggia, sottolinea delle date significative, eccetera. Non manca di preannunciare, con una certa enfasi, le "novità" che i lettori troveranno nelle pagine del giornale. 
Dopo più di un anno d'interruzione, al n. 33/1953 Rodari riprende il dialogo con i suoi lettori con una nuova rubrica chiamata "Ufficio postale". 
Questa volta si riserva un'intera pagina, per cui la rubrica risulterà molto più interessante ed articolata. Oltre alla corrispondenza vera e propria dove risponde alle lettere che gli vengono inviate, vi compaiono regolarmente: 
- la posta illustrata, cioè foto di lettori e diffusori del "Pioniere", cui Rodari dedica a volte delle strofette.
- Il Prof. Gattus, che esprime le sue opinioni a cui si oppongono quelle del Dott. Criticus: due personaggi rappresentati in due vignette che si scambiano battute. 
Nella rubrica Rodari pubblica inoltre filastrocche, racconti o, infine, cogliendo l'occasione dalle lettere, discute argomenti adatti al mondo dei suoi giovani lettori.
 
 PS
 Il presente testo è stato realizzato in collaborazione con Giorgio Diamanti e il Comitato Ricerche Associazione Pionieri d’Italia per celebrare il centenario della nascita di Gianni Rodari, viene distribuito gratuitamente e non ha nessuna finalità commerciale o promozionale. Tutte le immagini, i marchi, i brevetti, gli slogan ed ogni altro segno distintivo, presenti o ai quali si fa riferimento in questa pubblicazione, appartengono in via esclusiva ai rispettivi proprietari.
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Libri dina rinaldi

BIBLIOGRAFIA di GIANNI RODARI

Fronte della Gioventù

logo fronte della gioventu 1947

Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà

Il Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà, o Fronte della gioventù, fu la più nota ed estesa organizzazione giovanile partigiana durante la lotta di Liberazione in Italia (1943-1945). Fu costituito a Milano nel gennaio 1944, in forma unitaria, dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, ai quali si unirono subito i giovani liberali, del Partito d'Azione, repubblicani, cattolici, comunisti, le ragazze dei Gruppi di Difesa della Donna (dai quali in seguito sorgerà l’UDI), i giovani del Comitato contadini. La base ideale e programmatica fu elaborata da Eugenio Curiel, membro della direzione del Partito Comunista, che lo guidò fino alla morte.

Unione Donne in Italia

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Nel novembre 1943 erano stati creati i Gruppi di difesa della donna diretti da Rina Piccolato, riunendo gruppi femminili e donne antifasciste d'ogni provenienza con lo scopo di mobilitare le masse femminili contro l'occupazione. Dai gruppi escono le prime gappiste, le partigiane combattenti, le staffette tanto che i Gruppi vennero ufficialmente riconosciute con il loro organo clandestino Noi donne dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.
Nel settembre1944 aNapoli  vengono poste le basi dell'UDI e anch'essa partecipa alla Resistenza.
L'Unione Donne Italiane si costituisce ufficialmente il 1º ottobre1945 e pochi giorni dopo il primo congresso nazionale vede i Gruppi di difesa della donna confluire nell'unione per creare la più grande organizzazione per l'emancipazione femminile italiana.
Nel1947 al termine del secondo congresso viene eletta presidente dell'UDI la comunista Maria Maddalena Rossi. Segretaria generale è la socialista Rosa Fazio Longo. Nel comitato d'onore vengono chiamate Rita Montagnana, Ada Gobetti e Lina Merlin più tardi autrice della norma che mise fuori legge lecase di tolleranza. A dirigere l'UDI viene creato anche un direttivo di 27 donne e un consiglio nazionale di 150 componenti.
Nel1982viene avviata una rifondazione che porta a una nuova struttura. Di fatto viene accantonato un modello organizzativo che in quel momento contava su 210mila donne comuni­ste, socialiste e cattoliche distribuite in 84 sedi provinciali e 1235 circoli.
Il 29 novembre2003 assume il nome di Unione Donne in Italia.